Fabio Geda
Una domenica (Einaudi)
Un uomo che ha trascorso quarant’anni costruendo ponti in giro per il mondo ed è da poco rimasto vedovo, ha preparato con cura, per la prima volta, un pranzo di famiglia. Ma una nipote ha un piccolo incidente e l’appuntamento salta. Preoccupato, con addosso un po’ di amarezza, l’uomo esce a fare una passeggiata, durante la quale conosce Elena e Gaston, madre e figlio, soli come lui. Si siederanno loro alla sua tavola, offrendogli la possibilità di essere padre e nonno in modo nuovo e trasformando una normale domenica di novembre nell’occasione per riflettere sulle imperfezioni dell’amore, i rimpianti, la vita che resta. In equilibrio tra nostalgia e speranza, Fabio Geda racconta con voce commovente, una giornata che racchiude un’intera esistenza. Una storia che prima o poi attraversa, o sfiora, tutti.
«Non sono mai stata brava a gestire la fragilità dei miei genitori: nei loro confronti non ho mai smesso di sentirmi figlia e di voler essere io quella accudita. Mi veniva spontaneo pensare che essendo più vecchi di me dovessero essere migliori di me, punto: una di quelle cose scritte nel destino. Dovevano essere più consapevoli, più forti, in grado di governare con più criterio qualunque situazione. Ma arriva un momento in cui le parti si invertono o per lo meno si sovrappongono. Nel destino c’è scritto anche questo».